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MBDA presenta il drone kamikaze autonomo per missioni in sciame fino a 500 km

Drone kamikaze autonomo MBDA: 500 km di raggio, testata da 40 kg e impiego in sciami per saturare le difese aeree avversarie.

Un nuovo attore nello scenario dei conflitti moderni

Drone kamikaze autonomo -Nel panorama sempre più dinamico della difesa europea, MBDA — uno dei maggiori costruttori di sistemi d’arma del continente — ha svelato un nuovo drone autonomo destinato a ridefinire le strategie militari future: un drone kamikaze a lungo raggio, pensato per agire in sciami coordinati e colpire obiettivi a 500 chilometri di distanza.

Questo effettore unidirezionale, come è stato tecnicamente definito, nasce da un’attenta analisi dei recenti conflitti, in particolare dell’esperienza ucraina. L’obiettivo? Fornire alle forze armate uno strumento a basso costo, ad alta produzione e con elevato potenziale offensivo, capace di saturare e disorientare le difese aeree nemiche.


Caratteristiche tecniche: potenza, portata e semplicità

Il nuovo drone MBDA è spinto da un motore a reazione, soluzione che gli consente di mantenere una traiettoria stabile e veloce fino a 500 km di distanza, trasportando una testata esplosiva da 40 chilogrammi. La sua configurazione lo rende monouso: non è previsto il rientro alla base, poiché il velivolo è progettato per colpire e distruggere il bersaglio in un unico impatto.

La modalità di lancio prevede l’impiego da rampe terrestri, in grado di lanciare più droni contemporaneamente, strategia nota come “in salvo”. Questa configurazione è pensata per creare sciami coordinati, che avanzano simultaneamente verso obiettivi differenti o concentrati, con lo scopo di sovraccaricare le difese nemiche.


Attacchi in sciame: logica e vantaggi operativi

L’impiego di droni in sciame non è una novità nel campo militare, ma il progetto di MBDA ne spinge l’efficacia a un nuovo livello. Il concetto è semplice quanto efficace: numeri, autonomia e saturazione. Gli sciami vengono utilizzati per logorare le risorse difensive dell’avversario, obbligandolo a consumare missili antiaerei, droni di intercettazione e altre risorse sofisticate — spesso molto più costose del bersaglio stesso.

Inoltre, durante l’ingaggio, anche i più avanzati sistemi di difesa aerea sono costretti a rivelare la propria posizione, rendendosi vulnerabili a successivi attacchi da parte di armi a lungo raggio. L’approccio “a onda” permette quindi di combinare efficacemente strumenti a basso costo e sistemi ad alta precisione, ottenendo un effetto strategico amplificato.


Produzione di massa: l’efficacia passa dall’industria

Uno degli aspetti più innovativi del programma MBDA è la sua visione industriale. Per rendere sostenibile ed efficace l’impiego di questi droni, è necessario produrli su larga scala. L’obiettivo è ambizioso: 1.000 unità al mese. Per farlo, MBDA ha stretto una doppia partnership strategica: da un lato, con un costruttore specializzato in droni, dall’altro, con un colosso dell’automotive francese.

Questa sinergia permetterà di integrare processi produttivi già rodati, sfruttando tecnologie, competenze e infrastrutture già esistenti nel mondo industriale. È un approccio ispirato al concetto di dual use, in cui le capacità civili vengono riconvertite per applicazioni militari, riducendo i costi e accorciando i tempi di consegna.


Un’arma per le guerre di domani

Il conflitto in Ucraina ha dimostrato come l’asimmetria tecnologica possa essere compensata dall’ingegno e dalla massa critica. In uno scenario in cui la guerra elettronica, i sistemi di difesa attiva e i radar multi-funzione diventano sempre più diffusi, i droni kamikaze come quello sviluppato da MBDA rappresentano una risposta pragmatica ed efficace.

Non si tratta solo di colpire bersagli statici, ma anche di creare confusione, logoramento e dispendio di risorse, mantenendo elevata la pressione operativa sul nemico. Questo nuovo drone non nasce per sostituire le armi di precisione, ma per complementarle, inserendosi in un ecosistema bellico flessibile e adattivo.


Tempistiche e prossimi sviluppi

Lo sviluppo del drone è iniziato alla fine del 2024, e i primi test dimostrativi sono previsti entro la fine del 2025. MBDA punta ad avviare la produzione del primo lotto operativo entro il 2027, in attesa dell’interesse ufficiale da parte del Ministero della Difesa francese e, potenzialmente, di altri paesi europei.

Il programma si inserisce perfettamente nella nuova dottrina di difesa europea, che sempre più mira a garantire autonomia strategica e capacità di risposta rapida agli scenari più complessi e mutevoli.


Considerazioni strategiche: un’arma “democratica”

Il nuovo drone di MBDA rappresenta un cambio di paradigma. A differenza di sistemi avanzati e costosi come i missili da crociera o i velivoli da combattimento, questo effettore unidirezionale è pensato per essere economico, replicabile e scalabile. Un’arma “democratica” per potenza di impiego, ma strategica negli effetti.

In una guerra sempre più tecnologica ma anche sempre più economica, la quantità e la sostenibilità diventano fattori determinanti. La possibilità di produrre migliaia di unità ogni mese permette di mantenere una capacità di dissuasione e di risposta anche in caso di conflitti prolungati o ad alta intensità.


Una nuova dimensione del combattimento aereo

Il drone autonomo di MBDA segna un passo avanti nell’integrazione tra droni tattici e strategie operative complesse. Non è solo una nuova arma, ma anche un moltiplicatore di potenza per eserciti moderni che intendono adottare una visione sistemica della battaglia.

Nel teatro dei conflitti odierni, dove l’impatto delle nuove tecnologie è evidente e crescente, strumenti come questo diventano determinanti non solo sul campo di battaglia, ma anche nel bilancio geopolitico delle nazioni.

Fonte: Mdba

Social Context: Il nuovo drone kamikaze autonomo di MBDA colpisce a 500 km in sciami coordinati: economico, potente, e pronto a cambiare le guerre di domani.

Drone kamikaze autonomo MBDA: 500 km di raggio, testata da 40 kg e impiego in sciami per saturare le difese aeree avversarie.

MBDA unveils autonomous kamikaze drone for swarm attacks up to 500 km


A new player in modern warfare scenarios

Autonomous kamikaze drone – In the rapidly evolving European defense landscape, MBDA—one of the continent’s leading weapon system manufacturers—has revealed a new autonomous drone designed to reshape military strategy: a long-range kamikaze drone, built for coordinated swarm missions and capable of striking targets up to 500 kilometers away.

Technically described as a “unidirectional effector,” this drone was conceived in direct response to lessons learned from recent conflicts, especially the war in Ukraine. Its mission? To equip armed forces with a low-cost, mass-producible tool capable of overwhelming and disorienting enemy air defense systems.


Technical features: range, payload, and simplicity

The new MBDA drone is powered by a jet engine, allowing it to maintain a fast, stable trajectory up to 500 km, while carrying a 40-kilogram explosive warhead. The system is single-use—there is no return-to-base option, as the drone is designed to destroy its target upon impact.

Launch operations involve ground-based ramps capable of firing multiple drones simultaneously in what’s known as “salvo mode.” This allows for the creation of coordinated drone swarms advancing toward multiple or concentrated targets, with the strategic intent to overwhelm enemy defenses.


Swarm attacks: logic and tactical advantages

Swarm tactics are not new in military applications, but MBDA’s project pushes their operational effectiveness to a new level. The concept hinges on numbers, autonomy, and saturation. Swarms exert continuous pressure on enemy resources, forcing the opponent to expend valuable anti-aircraft missiles and interception drones—systems often far more expensive than the drones themselves.

In addition, even the most advanced air defense systems are forced to reveal their position during interception attempts, exposing themselves to follow-up strikes by longer-range precision weapons. This layered offensive strategy optimizes both cost-effectiveness and battlefield impact.


Mass production: efficiency through industrial partnerships

One of the project’s most innovative elements lies in its industrial scalability. MBDA aims to produce 1,000 units per month, a goal achievable through strategic partnerships—one with a specialized drone manufacturer, and another, more unusually, with a major French automotive company.

By leveraging existing production lines and industrial know-how, MBDA plans to accelerate manufacturing timelines and reduce costs, making the drone a viable solution to achieve the “critical mass” needed in modern conflict scenarios. This dual-use approach bridges defense and civilian manufacturing, ensuring sustainability and rapid deployment capacity.


A weapon tailored to contemporary warfare

The war in Ukraine has demonstrated that technological asymmetry can be counterbalanced by scale and innovation. In an era where electronic warfare, active defense systems, and multi-function radars dominate the battlefield, kamikaze drones like MBDA’s offer a pragmatic and powerful solution.

Their mission is not just to eliminate static targets, but also to create confusion, exhaust resources, and maintain sustained operational pressure. These drones are not replacements for precision weaponry—they are designed to complement it within a broader, more adaptive combat ecosystem.


Timeline and development roadmap

Development of the drone began at the end of 2024, with initial demonstration tests planned before the end of 2025. MBDA aims to launch the first production batch by 2027, pending confirmed interest from the French Ministry of Defence and possibly other European clients.

The project aligns with the EU’s push for greater strategic autonomy and enhanced rapid-response capabilities—an increasingly vital objective given the geopolitical shifts of the past decade.


Strategic considerations: an accessible yet powerful weapon

MBDA’s new drone represents a shift in defense doctrine. Unlike expensive cruise missiles or combat aircraft, this unidirectional effector is designed to be cost-effective, replicable, and scalable. It’s a weapon that democratizes access to strategic capabilities, amplifying firepower without inflating budgets.

In modern conflict scenarios, where prolonged engagements are likely, sustainability and production capacity become just as important as precision. A weapon system that can be produced in the thousands ensures that militaries remain operationally resilient even under extended pressure.


Expanding the aerial combat toolkit

This autonomous drone marks a significant step forward in integrating tactical drones into complex operational strategies. More than a standalone weapon, it functions as a force multiplier for modern militaries seeking a system-wide approach to combat.

In today’s conflict zones, where technology drives both offense and defense, systems like this may prove decisive—not just on the battlefield, but also in redefining geopolitical influence.

Source: Mdba

MBDA’s new autonomous kamikaze drone strikes from 500 km in coordinated swarms—powerful, cost-effective, and ready to reshape modern warfare.