Un gruppo di appassionati e leggende dell’era d’oro ha acquisito Commodore Corporation. Ora punta a far rivivere il mito tra nostalgia e innovazione.
Una notizia da leggere due volte
Commodore ritorna – In un mondo dominato da acquisizioni miliardarie tra giganti tecnologici, la rinascita del leggendario marchio Commodore sorprende per le sue origini: questa volta non è stata una multinazionale a muovere i fili, ma una community di fan appassionati di retro computing. Persone cresciute con il Commodore 64, che hanno condiviso la loro passione sui forum e su YouTube, si sono unite – con l’aiuto di alcuni ex ingegneri e dirigenti storici dell’azienda – per acquistare la Commodore Corporation B.V..
Il risultato? Un’acquisizione che sembrava impossibile, ora realtà.
La trattativa inaspettata
Tutto è cominciato con una semplice richiesta. Christian Simpson, noto su YouTube come Perifractic, aveva contattato i detentori olandesi del marchio Commodore con l’idea di ottenere una licenza esclusiva per consentire alla community di produrre gadget e software ufficiali. Ma la risposta ha spiazzato tutti: «Perché non acquistate l’intera azienda?».
Una proposta inaspettata che ha innescato otto mesi di intense trattative, culminate con l’accordo per rilevare la società. Il tutto con un investimento che si aggira attorno ai 5-7 milioni di dollari.
Il cuore pulsante dell’operazione: la nostalgia
La forza trainante di questa operazione non è il profitto, ma il cuore. Per chi è cresciuto negli anni ’80, Commodore rappresenta molto più di un semplice brand. È un simbolo di scoperta, di creatività digitale, di notti passate davanti al monitor a digitare linee di codice dalle riviste.
Dal Commodore 64 all’Amiga 500, passando per giochi indimenticabili come Jumpman, The Last Ninja e Lemmings, questi computer hanno segnato un’epoca e lasciato un’impronta indelebile su milioni di utenti.
Il ritorno delle leggende
A rendere ancora più straordinario il progetto è il coinvolgimento di alcuni dei protagonisti della storica Commodore. Tra questi:
- Bill Herd, ingegnere capo dietro al C128 e al Plus/4, torna come consulente tecnico e azionista.
- Albert Charpentier, ex VP dell’ingegneria, sarà coinvolto in nuovi progetti.
- Michael Tomczyk, assistente personale di Jack Tramiel, figura storica dell’azienda, offrirà la sua esperienza come senior advisor.
- David Pleasance, ex direttore generale di Commodore UK.
- Jeri Ellsworth, celebre per aver creato il Commodore DTV.
- E persino l’attore Thomas Middleditch, noto per la serie “Silicon Valley”, è entrato nel team come Chief Creative Officer e investitore.
Un dream team che, da solo, basta a risvegliare l’interesse degli appassionati e a far tremare la Silicon Valley.
Obiettivi chiari: tra passato e futuro
Nonostante il pagamento non sia ancora stato completato – il team è alla ricerca di ulteriori investitori – la visione è già nitida. Commodore non vuole limitarsi a replicare il passato: l’obiettivo è creare prodotti che combinino l’essenza retro con la tecnologia del futuro.
Il piano prevede di semplificare la gestione del marchio, rilasciare nuove linee di prodotti e aprire ufficialmente a progetti della community tramite un sistema di licenze accessibili.
Inoltre, l’acquisizione include 47 marchi registrati e l’accesso alle ROM originali, una risorsa preziosa per il rilancio.
Una scommessa personale
Per finanziare l’operazione, Simpson ha addirittura acceso un secondo mutuo sulla sua casa, dimostrando un livello di dedizione raro nel panorama imprenditoriale moderno.
Nel video annuncio su YouTube, visto da centinaia di migliaia di utenti (il 60% dei quali non iscritti al canale), ha ribadito l’intento di creare “una Commodore della community, per la community”.
La sfida: evitare i fallimenti del passato
Dal fallimento del 1994, in molti hanno tentato di far rivivere Commodore. Tuttavia, la maggior parte di questi tentativi si è arenata in operazioni puramente speculative o in lanci poco ispirati. Questa volta, però, sembra diverso.
Il motore del progetto non è la sete di guadagni, ma la passione genuina. Chi ha investito in questa rinascita conosce Commodore perché ci è cresciuto. Perché ha sognato, giocato, programmato su quei sistemi a 8 bit che hanno segnato una generazione.
Un futuro scritto nei bit
La sfida ora è trasformare questo entusiasmo in prodotti reali e rilevanti. La community è in fermento, i forum si riempiono di proposte, e il ritorno del brand sembra destinato a influenzare anche le nuove generazioni, attirate dall’estetica retrò e dal fascino dell’informatica “pura”.
Commodore potrebbe così non solo tornare a vivere, ma anche ispirare una nuova era di creatività digitale, dove il passato non è un limite, ma un punto di partenza.
Fonte: Futuro Prossimo
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