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Burt Bacharach: una piccola biografia

Burt Bacharach biografia: la storia del genio del pop che ha scritto 70 hit nella Top 40 americana e rivoluzionato la musica leggera del Novecento.

Burt Bacharach genio del pop sofisticato che ha scritto la colonna sonora del Novecento

L’architetto del pop moderno

Con la biografia di Burt Bacharach si apre una delle pagine più affascinanti della musica del XX secolo. Nato a Kansas City il 12 maggio 1928 e scomparso a Los Angeles l’8 febbraio 2023, Burt Bacharach è stato molto più che un pianista e compositore: è stato una figura centrale nella trasformazione del pop, un alchimista delle armonie sofisticate, delle melodie fluide e delle orchestrazioni indimenticabili. Lungo una carriera durata oltre sei decenni, ha firmato 70 brani entrati nella Top 40 americana e 52 nella Top 40 del Regno Unito. Un traguardo che lo consacra non solo come un autore di successo, ma come una delle menti più creative e influenti nella storia della musica leggera.


Gli anni della formazione: un talento precoce

Figlio di ebrei tedeschi, Bacharach cresce in una famiglia che incoraggia la sua inclinazione per la musica. Dopo gli studi alla McGill University, alla Mannes School of Music e alla Music Academy of the West, si forma con maestri d’eccezione, tra cui Darius Milhaud. Fu proprio quest’ultimo a spronarlo verso la composizione popolare, nonostante la sua predisposizione alla musica classica. Negli anni Cinquanta comincia la carriera come pianista e arrangiatore, accompagnando Marlene Dietrich in tour mondiali. Questo periodo gli consente di affinare il gusto per l’eleganza musicale e di sviluppare un’attenzione maniacale per l’arrangiamento orchestrale.

Burt Bacharach biografia: la storia del genio del pop che ha scritto 70 hit nella Top 40 americana e rivoluzionato la musica leggera del Novecento.

Il sodalizio con Hal David: l’età dell’oro

Il punto di svolta arriva nel 1958 con Magic Moments, interpretata da Perry Como. Ma è la collaborazione con il paroliere Hal David, iniziata a fine anni Cinquanta, che porta Bacharach all’apice della fama. Insieme formano una delle coppie artistiche più prolifiche del pop, regalandoci brani immortali come:

  • Walk On By
  • The Look of Love
  • I Say a Little Prayer
  • Do You Know the Way to San Jose
  • Raindrops Keep Fallin’ on My Head
  • What the World Needs Now Is Love

La loro musa più fedele è Dionne Warwick, interprete elegante e potente, capace di incarnare il lirismo dei testi e la complessità melodica dei brani. Bacharach e David dominano le classifiche degli anni Sessanta con una musica che coniuga jazz, bossa nova, orchestrazioni classiche e un’intuizione pop ineguagliabile.

What the World Needs Now Is Love


Il successo nel cinema: tra Bond e cowboy

Non solo hit da classifica: Bacharach lascia un’impronta profonda anche nel cinema. Firma la colonna sonora di 007 – Casino Royale (1967), impreziosita da The Look of Love di Dusty Springfield, e quella del film cult Butch Cassidy (1969), per il quale compone la celebre Raindrops Keep Fallin’ on My Head, vincitrice dell’Oscar. Il suo stile cinematografico è ricco, emozionale, mai invadente: un equilibrio raro, che testimonia il suo controllo del linguaggio musicale.


Una rottura amara e un nuovo inizio

Il 1973 segna la fine del sodalizio con Hal David, dopo il fallimento del film musicale Orizzonte perduto. L’interruzione della collaborazione porta anche a un doloroso distacco da Dionne Warwick. Bacharach tenta la strada solista con l’album Futures (1977), ma il successo commerciale non lo accompagna.

Nello stesso periodo si consuma anche la crisi con la seconda moglie, l’attrice Angie Dickinson. Ma la vita di Bacharach è sempre stata in equilibrio tra musica e affetti, e negli anni Ottanta arriva una nuova luce.


Carole Bayer Sager e la rinascita negli anni ’80

Dalla sua unione personale e artistica con Carole Bayer Sager, nasce una nuova stagione di successi. I due firmano brani che dominano le classifiche:

  • Arthur’s Theme (Best That You Can Do) per Christopher Cross (Oscar nel 1981)
  • Heartlight per Neil Diamond
  • On My Own per Michael McDonald e Patti LaBelle
  • That’s What Friends Are For, interpretata da Dionne Warwick con Elton John, Gladys Knight e Stevie Wonder: un inno alla solidarietà, i cui proventi vengono destinati alla ricerca sull’AIDS.

Lo stile cambia: Bacharach adotta sonorità più contemporanee, senza perdere la raffinatezza armonica che lo contraddistingue.


Collaborazioni e nuovi esperimenti

Lontano dall’essere una reliquia del passato, Bacharach continua a innovare. Nel 1998 pubblica Painted from Memory con Elvis Costello: un’opera malinconica, intensa, acclamata dalla critica. Collaborerà anche con Ronald Isley e con la jazzista italiana Chiara Civello, oltre a comporre per il soulman Mario Biondi e per la cantante italiana Karima, in gara a Sanremo nel 2009.

Non mancano gli omaggi cinematografici: Bacharach appare in tutti e tre i film di Austin Powers, in cameo surreali che celebrano il suo stile retrò e irresistibile.


Uno stile inconfondibile

Cosa rende Burt Bacharach biografia così centrale nella storia della musica? L’unicità del suo stile. Bacharach non scriveva solo belle melodie: le sue strutture erano complesse, con cambi di tempo inattesi, accordi jazzistici, progressioni modali e orchestrazioni raffinate. Ma tutto suonava naturale, leggero, mai cerebrale. La sua musica possedeva quella qualità intangibile che pochi riescono a raggiungere: l’eleganza senza ostentazione.

Anche i grandi del jazz lo hanno riconosciuto, da Stan Getz a Wes Montgomery, reinterpretando le sue canzoni e inserendole nel repertorio standard.


La vita privata: tra amori e tragedie

Bacharach si sposò quattro volte: con Paula Stewart, Angie Dickinson, Carole Bayer Sager e infine con Jane Hansen, sua compagna fino alla fine. Ebbe quattro figli, ma la sua vita familiare fu segnata anche dal dolore. Sua figlia Nikki, avuta da Angie Dickinson, soffriva di disturbi psichici e si tolse la vita nel 2007. Bacharach ne parlò con grande sensibilità, senza mai usare parole vuote. Fu uno degli episodi più tragici della sua vita, e influenzò profondamente la sua musica negli anni successivi.


Gli ultimi anni e l’eredità

Anche negli ultimi decenni, Bacharach non smise mai di esibirsi, comporre e sorprendere. Nel 2008 fu protagonista al BBC Electric Proms, accompagnato dalla BBC Concert Orchestra. Nello stesso anno ricevette il Grammy alla carriera, un riconoscimento che andava ben oltre la mera contabilità delle hit.

È morto nel 2023, serenamente, nella sua casa di Los Angeles. Aveva 94 anni. Ma la sua musica continua a vivere: nei film, nelle playlist, nelle reinterpretazioni di nuovi artisti. In un’epoca in cui la complessità spesso cede il passo alla semplificazione, Bacharach rappresenta un esempio raro di equilibrio tra arte e successo commerciale.


Un’eredità che non smette di incantare

Se oggi parliamo di Burt Bacharach , non stiamo solo ricostruendo la vita di un artista, ma rievocando un’epoca intera della musica. Con i suoi brani ha saputo raccontare l’amore, la nostalgia, la speranza e la disillusione con una grazia quasi introvabile nel panorama contemporaneo. Le sue canzoni, dal timbro inconfondibile, parlano ancora oggi a nuove generazioni, e ogni ascolto è come tornare a casa, in un luogo fatto di suoni puliti, arrangiamenti curati e melodie senza tempo.

Fonte: Wikipedia

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