Una collaborazione strategica
Dal 26 maggio al 13 giugno, la base aerea di Istrana, in provincia di Treviso, è teatro di un’importante esercitazione militare che coinvolge le forze aeree di Svizzera, Italia e Stati Uniti. I protagonisti sono i caccia F/A-18 svizzeri, gli Eurofighter e gli F-35 italiani, insieme agli F-16 della US Air Force in Europa. Un’alleanza ad alta quota che non passa inosservata, non solo per le manovre spettacolari, ma anche per le implicazioni politiche e militari che si celano dietro queste attività addestrative.
Le esercitazioni congiunte tra le forze aeree svizzere e italiane non sono una novità: risalgono infatti a un accordo siglato nel 2004, che prevede la cooperazione per il pattugliamento aereo e l’addestramento. Tuttavia, quest’anno l’attenzione è catalizzata dalla presenza degli F-35 italiani, lo stesso modello che la Svizzera ha deciso di acquistare in 36 esemplari per sostituire gli F/A-18 Hornet, ormai al termine della loro carriera operativa.
Addestramento e tensioni politiche
Durante queste settimane, i giovani piloti svizzeri hanno l’opportunità di misurarsi con i velivoli più avanzati delle forze italiane e statunitensi. Si tratta di un addestramento prezioso per migliorare le capacità di combattimento aereo, sia a distanza visiva che oltre, soprattutto in scenari a bassa quota sul mare.
Tuttavia, dietro questa attività apparentemente tecnica e operativa, si nasconde un contesto di tensioni politiche che ha scosso la Svizzera. La scelta del governo di Berna di acquistare gli F-35 italiani, infatti, ha suscitato un acceso dibattito interno. Le critiche si concentrano sui costi elevati dell’operazione e sull’opportunità di legarsi a un programma militare complesso e discusso a livello internazionale.
“È interessante vedere gli italiani che utilizzano l’F-35, ma non è questo l’obiettivo dell’addestramento. La cosa principale è approfondire le conoscenze dei nostri giovani piloti”, ha dichiarato il comandante delle Forze aeree elvetiche, Peter Merz. Parole che cercano di spostare l’attenzione sulla finalità prettamente addestrativa, ma che non riescono a nascondere le polemiche che attraversano la politica svizzera.
Il ruolo degli F-35 italiani
Gli F-35 italiani giocano un ruolo cruciale in questo scenario. Considerati tra i caccia più avanzati e controversi al mondo, rappresentano la punta di diamante delle forze aeree italiane. La loro presenza nei cieli di Istrana offre ai piloti svizzeri un’opportunità unica per “toccare con mano” la tecnologia del velivolo che presto entrerà a far parte della loro flotta.
Non si tratta solo di un addestramento tecnico, ma anche di un banco di prova per verificare l’interoperabilità tra forze aeree alleate. La collaborazione con l’Italia si rivela fondamentale per la Svizzera, che deve affrontare i limiti del proprio spazio aereo e la mancanza di infrastrutture adeguate per un addestramento completo. Proprio per questo motivo, la cooperazione con Roma è destinata a rafforzarsi, come confermato dallo stesso comandante Merz: “Abbiamo un’ottima collaborazione con l’Italia e vorremmo continuarla”.
Dietro le quinte: la sfida politica svizzera
Al di là delle manovre nei cieli, la partita più delicata si gioca a terra, nei palazzi del governo svizzero. L’acquisto dei 36 F-35 italiani, che costerà oltre sei miliardi di franchi, ha diviso l’opinione pubblica e i partiti politici. Da un lato c’è chi sostiene la necessità di modernizzare la flotta e garantire la sicurezza dello spazio aereo elvetico. Dall’altro lato, ci sono coloro che considerano l’operazione troppo onerosa e rischiosa.
Le polemiche riguardano anche la trasparenza del processo di selezione. I critici sostengono che l’F-35 sia stato scelto senza un dibattito pubblico sufficiente, alimentando sospetti su pressioni esterne e interessi geopolitici. Una situazione che rischia di alimentare ulteriormente le divisioni all’interno della Svizzera, proprio mentre il paese è chiamato a definire la propria strategia di difesa per i decenni a venire.
Le prospettive per l’addestramento e la cooperazione
Nonostante le controversie, le esercitazioni in corso a Istrana evidenziano la solidità dei legami tra Italia e Svizzera nel settore della difesa. Per la Svizzera, la possibilità di addestrarsi in Italia è cruciale per colmare le lacune operative che derivano dalle dimensioni ridotte del proprio territorio. Le sessioni di volo congiunte consentono di simulare scenari complessi e realistici, fondamentali per preparare i piloti ad affrontare le sfide di un ambiente aereo sempre più competitivo.
Allo stesso tempo, la presenza degli F-35 italiani offre a Berna un’anteprima concreta di ciò che significa operare con uno dei caccia più avanzati e discussi sul mercato globale. Un’esperienza che, nel bene e nel male, influenzerà inevitabilmente le decisioni future sulla difesa aerea svizzera e sull’evoluzione delle proprie capacità militari.
Tra cielo e politica
Le esercitazioni congiunte tra F-35 italiani, F/A-18 svizzeri ed Eurofighter italiani rappresentano molto più di un semplice addestramento tecnico. Sono lo specchio delle complesse dinamiche che legano cooperazione internazionale, tecnologia militare e politica. Mentre i piloti si sfidano in manovre aeree mozzafiato, la Svizzera affronta un momento cruciale per il proprio futuro, sospesa tra la necessità di modernizzare la flotta e le controversie politiche che accompagnano la scelta dell’F-35.
Fonte: Scenari Economici
Social Context: F-35 italiani e F/A-18 svizzeri: addestramento ad alta quota e polemiche a terra. Scopri cosa è successo nei cieli di Istrana!
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Italian F-35s and Swiss F/A-18s: Training and Controversies in the Skies Over Istrana
A strategic partnership
From May 26 to June 13, the Istrana Air Base in the province of Treviso is hosting a significant military exercise involving the air forces of Switzerland, Italy, and the United States. The main players are the Swiss F/A-18s, the Italian Eurofighters and Italian F-35s, alongside the US Air Force’s F-16s in Europe. This high-altitude alliance is not just a showcase of impressive maneuvers, but also a stage for the political and military implications that lie behind these training activities.
Joint exercises between the Swiss and Italian air forces are not new. They date back to an agreement signed in 2004, which provides for cooperation in air policing and training. However, this year the spotlight is on the Italian F-35s, the same aircraft model that Switzerland has decided to purchase—36 units to replace its aging Hornet fleet.
Training and political tensions
During these weeks, young Swiss pilots have the chance to train alongside the most advanced aircraft of the Italian and American forces. This is an invaluable opportunity to improve air combat skills, both within visual range and beyond, particularly in low-altitude scenarios over the sea.
Yet behind these seemingly technical and operational activities lies a backdrop of political tensions that have rocked Switzerland. The decision by the Swiss government in Bern to purchase the Italian F-35s has sparked a heated domestic debate. Critics have focused on the high costs of the deal and the advisability of joining such a complex and globally debated military program.
“It is interesting to see the Italians operating the F-35, but that’s not the main goal of the training. The main thing is to deepen the knowledge of our young pilots,” said Swiss Air Force Commander Peter Merz. His words aim to shift the focus back to the purely operational objective, but they cannot entirely overshadow the controversies stirring Swiss politics.
The role of Italian F-35s
The Italian F-35s play a crucial role in this scenario. Considered among the most advanced and controversial fighter jets in the world, they represent the cutting-edge of the Italian air forces. Their presence in the skies over Istrana provides Swiss pilots with a unique chance to see firsthand the technology of the aircraft that will soon become part of their own fleet.
This is not only a technical exercise, but also a real-world test of interoperability among allied air forces. For Switzerland, cooperation with Italy is essential, as its limited airspace and lack of appropriate facilities prevent it from conducting a full training program to international standards. This is why collaboration with Rome is set to strengthen further, as confirmed by Commander Merz: “We have an excellent partnership with Italy, and we want to continue it.”
Behind the scenes: Switzerland’s political challenge
Beyond the aerial maneuvers, the most delicate battle is being fought on the ground, in the halls of Swiss government. The purchase of 36 Italian F-35s, with a price tag exceeding six billion francs, has divided public opinion and political parties. Some argue that modernizing the fleet is essential to guarantee the safety of Swiss airspace. Others see the deal as too expensive and risky.
Critics also point to a lack of transparency in the selection process. They argue that the F-35 was chosen without sufficient public debate, fueling suspicions of external pressure and geopolitical interests. This situation risks further deepening the divides within Switzerland, just as the country faces the need to define its air defense strategy for decades to come.

Prospects for training and cooperation
Despite the controversies, the ongoing exercises in Istrana highlight the strength of the ties between Italy and Switzerland in the defense sector. For Switzerland, the opportunity to train in Italy is crucial to fill operational gaps caused by the small size of its territory. These joint flight sessions simulate complex, realistic scenarios, vital for preparing pilots to meet the challenges of an increasingly competitive air environment.
At the same time, the presence of the Italian F-35s offers Bern a tangible preview of what it means to operate one of the most advanced and debated fighter jets on the global market. An experience that will, for better or worse, inevitably shape future decisions on Swiss air defense and the evolution of its military capabilities.
Between sky and politics
The joint exercises involving Italian F-35s, Swiss F/A-18s, and Italian Eurofighters represent much more than a simple technical drill. They reflect the complex dynamics linking international cooperation, military technology, and political decision-making. As pilots engage in breathtaking aerial maneuvers, Switzerland faces a crucial moment for its future, caught between the need to modernize its fleet and the political controversies surrounding the F-35 choice.
Social Context: Italian F-35s and Swiss F/A-18s: high-altitude training and ground-level controversies. Find out what’s happening in the skies over Istrana!