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USA – Auto nuove sotto 30.000 euro: ecco perché stanno scomparendo

Nissan taglia 9 mila posti di lavoro ossia il 20% della forza lavoro perchè la crisi dell'auto si sta allargando anche a Oriente.

Negli ultimi cinque anni, acquistare un’auto nuova sotto i 30.000 euro è diventato sempre più difficile. Se nel 2019 quasi quattro auto nuove su dieci rientravano in questa fascia di prezzo, oggi la percentuale è crollata a meno del 14%. A incidere sono molteplici fattori economici, politici e produttivi, in un contesto globale in costante mutamento. Ma come si è arrivati a questa situazione?

Prezzi in salita, mercato vivace

Nonostante l’aumento costante dei prezzi, le vendite di auto nuove negli Stati Uniti hanno mantenuto un buon ritmo nella prima metà del 2025. Secondo i dati di Kelley Blue Book, il prezzo medio consigliato dai produttori ha raggiunto i 51.124 euro, mentre il prezzo medio effettivo di transazione si attesta attorno ai 48.900 euro. Paradossalmente, questo non ha frenato le vendite: i concessionari hanno registrato volumi elevati nei primi mesi dell’anno, spinti da timori legati ai nuovi dazi doganali imposti dall’amministrazione Trump.

L’effetto scorte pre-dazi

L’annuncio dell’imposizione di dazi sulle importazioni di veicoli e componenti ha scatenato una corsa alle scorte. I concessionari hanno approfittato degli incentivi logistici offerti dai produttori per accumulare quante più auto possibili prima dell’entrata in vigore dei nuovi dazi. Questo ha temporaneamente mantenuto basso il prezzo medio di transazione rispetto al listino ufficiale. Ma con il graduale esaurimento delle scorte pre-dazi, i prezzi sono destinati a salire, mentre si prevede un rallentamento delle vendite per la seconda metà dell’anno.

Dazi e produzione: penalizzate le auto economiche

L’impatto dei nuovi dazi non è omogeneo. Le vetture più colpite sono quelle economiche, prodotte prevalentemente fuori dagli Stati Uniti. Ben il 92% dei modelli con prezzo inferiore ai 30.000 euro proviene dall’estero, e quindi risente direttamente delle nuove tariffe doganali. Auto come la Toyota Corolla e la Honda Civic, costruite negli USA, rappresentano l’eccezione e non la regola.

Un esempio emblematico è la Mitsubishi Mirage: con la fine della sua produzione e la fine degli incentivi associati, giugno 2025 ha segnato la scomparsa dell’ultima auto nuova disponibile a meno di 20.000 euro.

Chi ci guadagna e chi ci perde

Le variazioni di prezzo dipendono molto dal paese di origine dei veicoli. Le auto prodotte negli Stati Uniti sono diventate leggermente più economiche, con una riduzione media di circa 191 euro. Al contrario, le importazioni dal Regno Unito – quasi esclusivamente auto di lusso – hanno visto un incremento medio di oltre 10.000 euro, nonostante una recente riduzione dei dazi concordata tra Londra e Washington.

I veicoli provenienti dall’Unione Europea hanno subito un aumento medio di 2.455 euro, mentre quelli dal Giappone di circa 1.226 euro. In controtendenza, le importazioni da Corea del Sud, Cina e Canada hanno registrato cali di prezzo, grazie anche a un cambiamento degli allestimenti verso versioni più economiche.

Allestimenti più semplici, più accessibili

Una notizia positiva per chi cerca un’auto nuova a un prezzo contenuto riguarda gli allestimenti. Secondo cars.com, il 34% del parco auto disponibile nei concessionari è composto da versioni base, in crescita rispetto al 30% del 2023. Solo un quarto delle auto nuove è completamente accessoriato, mentre la fascia intermedia è quella che ha subito il calo più significativo, scendendo dal 46% al 41% in due anni.

Questi dati smentiscono la convinzione diffusa che i concessionari offrano solo veicoli top di gamma, aprendo la porta a opportunità più accessibili per chi è disposto a rinunciare a qualche optional.

I veicoli elettrici in difficoltà

Un segmento particolarmente colpito dalla nuova politica commerciale e fiscale è quello dei veicoli elettrici. Il Partito Repubblicano ha recentemente eliminato gli incentivi federali per l’acquisto di EV, che cesseranno il 1° ottobre. Questo significa che il prezzo effettivo per molti acquirenti aumenterà di 7.500 euro, rendendo i già costosi veicoli elettrici ancora meno accessibili.

Il prezzo medio di listino per un EV nuovo è di circa 65.000 euro, mentre il prezzo medio di transazione a giugno era di poco inferiore ai 57.000 euro. Un colpo duro per un settore già in cerca di una domanda stabile.

L’usato torna protagonista

Con il nuovo che costa sempre di più, torna d’attualità il mercato dell’usato. I veicoli elettrici usati, in particolare, offrono opportunità interessanti: le scorte sono aumentate del 31,3% su base annua, con una riduzione dei prezzi del 3,5%. Oggi un EV usato costa in media 35.629 euro, rendendolo più abbordabile per una fascia più ampia di consumatori.

Anche nel segmento a combustione interna, l’usato rappresenta una via d’uscita per chi è alla ricerca di un’auto sotto i 30.000 euro, aggirando i rincari del nuovo e beneficiando di una maggiore disponibilità di modelli, allestimenti e chilometraggi.


Fonte: Cars.com

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