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Diga cinese sul fiume Himalayano: sfida ingegneristica e tensioni con l’India

Diga sul fiume Himalayano: il progetto cinese prevede tunnel di 20 km e solleva timori in India per impatti ambientali e geopolitici.

Un progetto monumentale tra montagne e sismi

La Cina sta valutando la costruzione di una diga sul fiume Himalayano che, secondo gli esperti, potrebbe diventare una delle opere idrauliche più imponenti al mondo. Il progetto, riportato dal South China Morning Post, prevede la perforazione di numerosi tunnel, ciascuno lungo circa 20 chilometri, per deviare il corso del fiume e consentire l’avvio della costruzione.

Si tratta di un’infrastruttura che, nelle intenzioni di Pechino, dovrebbe garantire una straordinaria capacità di produzione energetica e un maggiore controllo sulla risorsa idrica. Tuttavia, i dati tecnici restituiscono la dimensione della sfida: il fiume ha una portata media di 2.000 metri cubi al secondo, equivalenti al riempimento di tre piscine olimpioniche in appena un secondo. Una forza idrica che rende l’impresa tanto ambiziosa quanto rischiosa.


La sfida ingegneristica dei tunnel da 20 km

La realizzazione di tunnel sotterranei di 20 chilometri ciascuno è di per sé un’impresa senza precedenti nella storia delle dighe. Non si tratta soltanto di scavare attraverso la roccia: la zona è situata in un’area sismicamente attiva, caratterizzata da frequenti terremoti e da condizioni geologiche instabili.

Le autorità cinesi hanno dichiarato di aver condotto studi geologici approfonditi, assicurando che la costruzione può essere completata in sicurezza. Tuttavia, molti esperti internazionali restano scettici, ricordando che le pressioni idriche generate da un simile bacino potrebbero amplificare i rischi in caso di eventi sismici.

Oltre al problema strutturale, si aggiunge la gestione del flusso idrico. Deviare un corso d’acqua di tale portata senza provocare danni ambientali o catastrofi a valle richiede soluzioni tecniche avanzate e sistemi di sicurezza ridondanti. È un equilibrio fragile, che richiederà non solo tecnologia ma anche una pianificazione millimetrica.


Le preoccupazioni dell’India, Paese a valle

Il fiume interessato dal progetto non si limita a scorrere in territorio cinese: attraversa il confine e alimenta il bacino idrografico dell’India nord-orientale. Per questa ragione, le autorità indiane hanno espresso forte preoccupazione.

Il timore principale riguarda il controllo che la Cina potrebbe esercitare sulla risorsa idrica. Una diga di tale dimensione consentirebbe infatti a Pechino di regolare a piacimento i flussi, con potenziali ripercussioni sull’agricoltura, sulla disponibilità di acqua potabile e sugli ecosistemi dell’India.

In un contesto geopolitico già complesso, segnato da dispute territoriali lungo il confine himalayano e da rivalità economiche, l’ipotesi di una diga così imponente rischia di diventare un nuovo terreno di frizione tra i due Paesi più popolosi del pianeta.


Il fattore geopolitico e la corsa all’energia

La costruzione di una diga sul fiume Himalayano non avrebbe solo ricadute ambientali e ingegneristiche, ma anche un forte impatto geopolitico. Per la Cina, l’opera rappresenterebbe un tassello fondamentale nella strategia di transizione energetica, grazie alla produzione di enormi quantità di energia idroelettrica.

L’energia pulita derivante dal progetto permetterebbe di ridurre la dipendenza dal carbone, contribuendo agli obiettivi di neutralità carbonica fissati da Pechino per il 2060. Tuttavia, per l’India il rischio è di vedere limitata la propria autonomia idrica, con conseguenze dirette sulle comunità locali e sulle attività agricole a valle.

Non sorprende quindi che Nuova Delhi segua con estrema attenzione gli sviluppi, temendo che l’opera possa trasformarsi in una leva politica nelle mani di Pechino.


Nessuna data ufficiale per l’avvio dei lavori

Ad oggi, la Cina non ha fissato una tempistica precisa per la costruzione della diga. I funzionari hanno dichiarato che gli studi preparatori sono stati completati, ma non hanno fornito dettagli né sull’inizio dei lavori né sulla durata del progetto.

Questo atteggiamento alimenta le incertezze e le speculazioni. Alcuni analisti ritengono che il governo cinese voglia mantenere margini di manovra, valutando i costi economici, i rischi ambientali e soprattutto le possibili ricadute diplomatiche.

Per l’India, l’assenza di informazioni chiare è motivo di ulteriore preoccupazione. Un annuncio improvviso dell’avvio dei lavori senza consultazioni preventive rischierebbe infatti di innescare nuove tensioni bilaterali.


L’impatto ambientale di una diga gigante

Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda le conseguenze ambientali. La costruzione di una diga di tali dimensioni altererebbe in maniera irreversibile gli ecosistemi locali, modificando i cicli naturali del fiume, la fauna ittica e la biodiversità dell’area himalayana.

Le organizzazioni ambientaliste sottolineano inoltre i rischi legati al fenomeno dei cosiddetti “laghi artificiali” in zone montuose, che possono generare alluvioni improvvise in caso di frane o crolli. In un’area già fragile dal punto di vista geologico, queste preoccupazioni diventano particolarmente rilevanti.


Il delicato equilibrio regionale

Il progetto della diga sul fiume Himalayano si colloca in un contesto geopolitico estremamente delicato. Cina e India hanno avuto più di un incidente di confine negli ultimi anni, e le relazioni bilaterali restano segnate da diffidenza e competizione.

Una diga di questa portata, che consentirebbe a Pechino di esercitare un controllo diretto su una risorsa vitale per milioni di persone, rischia di diventare un ulteriore elemento di tensione in un’area già instabile.


Un Progetto mastodontico

La megadiga cinese in progetto sull’Himalaya rappresenta un’opera al tempo stesso visionaria e controversa. Sul piano ingegneristico, la sfida è enorme: tunnel da 20 chilometri, una portata d’acqua colossale e un terreno sismico instabile. Sul piano geopolitico, le implicazioni con l’India sono destinate a pesare ancora di più.

Resta da capire se Pechino sceglierà di accelerare i lavori per affermare la propria supremazia idrica ed energetica, o se prevarrà un approccio più cauto, in attesa di ridurre i rischi diplomatici ed economici. In ogni caso, il progetto della diga sul fiume Himalayano è destinato a segnare profondamente l’equilibrio della regione nei prossimi anni.


Fonte: South China Morning Post

Social Context: Una diga gigante sull’Himalaya: tunnel da 20 km, 2.000 m³ di acqua al secondo e tensioni con l’India.