Gli abitanti resteranno a casa cinque giorni, misurandosi la temperatura, a causa di un vago “problema respiratorio”.
Le autorità di Pyongyang hanno ordinato cinque giorni di lockdown, a causa di una non specificata “malattia respiratoria”: lo riporta la testata NK News.
L’avviso governativo, il primo dopo otto mesi, non menziona Covid-19, ma parla soltanto di “raffreddore comune” e dell’aumento dei casi di una generica “malattia respiratoria”.
I residenti dovranno chiudersi in casa e controllare la propria temperatura più volte al giorno.
NK, testata online che ha sede a Seul, riferisce che la popolazione si è riversata in negozi e farmacie, per fare scorta di medicinali e generi di prima necessità e far fronte a una chiusura che potrebbe protrarsi. Nei giorni scorsi, l’agenzia di stampa statale KCNA ha anche dichiarato che la città di Kaesong, al confine con la Corea del Sud, ha incrementato le campagne di comunicazione pubblica “affinché tutti i lavoratori osservino volontariamente le norme anti epidemiche nel lavoro e nella vita”. Le autorità, al momento, non hanno specificato se anche altre località siano in lockdown oppure siano in attesa di ulteriori comunicazioni governative.
La Corea del Nord aveva dichiarato, nell’agosto del 2022, di aver completamente eradicato dal proprio territorio il Covid-19: un’affermazione che gli esperti ritengono propagandistica e “altamente non plausibile”, contro la “vittoria eclatante” dichiarata dal leader nordcoreano Kim Jon-Un. A maggio dello stesso anno, con un avviso simile, si ordinava una chiusura durata poi solo due settimane e dovuta a Covid-19. E’ stata la prima volta in cui il paese ha ammesso un focolaio pandemico. Non sono mai emersi dati precisi sul numero dei contagi, ma un bollettino quotidiano segnalava 4,77 milioni di casi di “febbre” su una popolazione di circa 25 milioni di persone.
Tre anni fa, in piena pandemia, il regime nordcoreano aveva dichiarato zero contagi. Poi, il lapidario “faremo a modo nostro” di Kim Jon-Un di fronte dell’offerta di vaccini da parte del programma ONU Covax. Segue, nel settembre 2021, l’ok ai vaccini, pur nella millantata assenza di Covid-19. Infine, dopo l’ammissione (“abbiamo avuto decessi e positivi”) nel maggio scorso e la “vittoria” sul virus in agosto, questo imprevisto lockdown in un momento in cui, Cina esclusa, il resto del mondo ne è esente.
Secondo le autorità del paese, 350 mila persone avrebbero perso la vita nel 2022 per “malattia”. “Radio Free Asia”, un’agenzia stampa che fornisce news a quelle regioni “il cui governo proibisce libero accesso alla libera informazione”, cita fonti anonime secondo le quali i decessi sarebbero dovuti a Covid-19. Il dato sarebbe stato fornito durante un corso di formazione per i funzionari sanitari locali, in vista di una corposa campagna vaccinale – mesi dopo la pretesa “sconfitta” del virus. Secondo quanto riportato dalla fonte anonima a “Radio Free Asia”, “all’incontro, la questione della prosecuzione delle misure di quarantena per prevenire la propagazione di malattie infettive è stata più volte enfatizzata, perché il Covid-19 è sospettato di aver causato la maggior parte dei 350mila decessi”.
Fonti:
Foto: Alexei Nikolsky, The Presidential Press and Information Office via Wikipedia